Non c’è voluto molto per accorgersi che la pandemia avrebbe impattato anche sul mondo della pubblicità, cambiandone linguaggi e stilemi sicuramente, ma anche e soprattutto facendo frenare gli investimenti pubblicitari durante l’emergenza coronavirus o comunque rendendo necessario per la maggior parte di marketer e advertiser rimodulare media planning e canali d’investimento. Con un certo interesse per la stessa ragione gli addetti ai lavori guardano ora ai trend digital advertising 2021.
Ciò che è facile aspettarsi è infatti che in un periodo di incertezza e contrazione economica come quello attuale gli investitori spostino porzioni consistenti di budget da canali più tradizionali come televisione, stampa, radio a canali come quelli digitali generalmente considerati molto più convenienti. Altre considerazioni, per esempio sulla minore propensione agli spostamenti fuori casa, potrebbero portare aziende e marketer a riallocare al digitale anche i budget originariamente destinati a tutta la pubblicità che incontriamo fuori casa, come i volantini, i 6×3, e così via.
La previsione sul peso progressivamente sempre più preponderante della digital advertising sul mercato pubblicitario viene fatta dagli osservatori più attenti da tempo: secondo l’annuale “Advertising Expenditure Forecasts” di Zenith, per esempio, la spesa in digital media sarebbe destinata a crescere del +9.6% nel 2021, almeno in America, per un totale di oltre 136 miliardi di dollari e fino a contare per il 57.6% della spesa pubblicitaria complessiva in dollari. I mesi che vengono, insomma, potrebbero essere decisivi per il sorpasso della spesa pubblicitaria digitale su quella tradizionale.
Una macro-tendenza come questa si traduce nella maggior parte delle aziende (almeno il 68%) che non intende variare o intende anzi incrementare leggermente il proprio digital budget. I dati sono quelli del report di Postclick sui trend digital advertising 2021, da cui viene anche la conferma che paid social media, video e paid search continueranno a raccogliere il grosso degli investimenti in pubblicità digitale.
Con sempre più soggetti interessati a investire sul digitale però, per una naturale logica domanda-offerta, i costi della digital advertising potrebbero aumentare in maniera considerevole, ragione per cui sarà essenziale quest’anno fare le scelte giuste e capaci di assicurare, come già si accennava, il miglior ritorno sull’investimento: più che in passato, cioè, continua il report, marketer e investitori potrebbero dare importanza a metriche come conversion rate, roi , ROAS.
Tutto ciò che non è misurabile non esiste, come specificato da LiveRamp in una propria analisi dei trend digital advertising 2021. La vera, più rilevante, novità dei mesi prossimi sarà legata soprattutto alla possibilità di realizzare misurazioni crosscanale, unitamente alla necessità di trovare strumenti idonei a farlo: solo così marketer e investitori potranno avere un’idea complessiva e in tempo reale di come stiano performando le proprie campagne per la TV, digitali, di programmatic advertising e via di questo passo ed eventualmente rivedere in corso d’opera i propri investimenti.
Accanto a considerazioni strategiche e di ampio respiro come queste, comunque, se si intenderà investire in pubblicità digitale si sarà chiamati a prenderne anche di più pragmatiche e operative. Ci si dovrà focalizzare, per esempio, su quali piattaforme preferire, fermo restando che sponsorizzazioni e contenuti a pagamento sui social guidano ancora questo tipo di investimenti.
A dividersi il podio sono e continueranno a essere piuttosto tradizionalmente anche nei mesi a venire Facebook, Google e Instagram. Un advertiser su quattro, però, nel 2021 intende cominciare a investire anche su TikTok, forse consapevole che la pubblicità su Tik Tok è considerata dagli utenti la meno invasiva e in qualche misura la più godibile; per tali soggetti l’app cinese dei lip sync e delle challenge ha predisposto un hub specifico, TikTok for Business.
Tra le tipologie di contenuti da preferire, i trend digital advertising 2021 continuano a incoronare i video. L’exploit del video marketing non si arrende, forse anche in considerazione di evidenze secondo cui gran parte del tempo che si trascorre connessi in Rete è tempo trascorso connessi in Rete da mobile: quello video può risultare un formato più nativo, specie se si sfruttano formati verticali o tool specifici messi appunto dalle diverse piattaforme per chi vuole investire in social adv.
Fonte: Inside Marketing.